Dopo avere trattato nel Quindicesimo Capitolo il tema dei dati epidemiologici dei tumori cutanei (epiteliomi e melanomi) indotti dalle radiazioni ultraviolette naturali (solari) ed artificiali ed il tema delle radiazioni infrarosse da cui deriva l’eritema ab igne della cute, che può preludere all’epitelioma cutaneo, è ora di passare in rassegna, seppure in modo sintetico, la Normativa Assicurativa Previdenziale per il relativo indennizzo. Pertanto, come è stato fatto per i tumori professionali da agenti chimici e da radiazioni ionizzanti nei Capitoli precedenti, qui sarà affrontato lo studio del nesso causale delle radiazioni ultraviolette naturali (solari) ed artificiali e delle radiazioni infrarosse sulla insorgenza dei tumori della cute.
Nel frattempo, avendo effettuato ulteriori letture sugli aspetti, ancora avvolti in parte nel mistero dell’oncogenesi, ho desiderato effettuare al riguardo un aggiornamento esaminando il cancro non solo come fenomeno provenuto dalla evoluzione maligna della cellula staminale ma anche del rapporto tra la cellula staminale “trasformata“ ed il microambiente (lo stroma) e di come vi sia un complicato rapporto tra le due entità.
Nello studio del nesso causale dei tumori (e questo è valido per ogni tipo di neoplasia – sia da cause non note sia da agenti chimici e fisici-, ho tratto spunto dalle contrapposizioni tra coloro che riconoscono una causa puramente genetica del cancro che predispone ad ammalarsi di detta infermità e coloro che invece ritengono che esso sia sempre (o il più delle volte) derivato dall’incontro tra Genoma ed Esposoma (argomento trattato da me nel Sesto e nel Settimo Capitolo).
Sono
personalmente propenso a ritenere che la seconda ipotesi sia quella
attendibile.
Eppure, l’argomento, per la sua complessità si presta, oltretutto ad alcune riflessioni e domande, tra cui: Perché all’Enimont di Porto Marghera c’è stata una ecatombe tra gli operai esposti a cloruro di vinile ma non una strage? Perché a Casale Monferrato, dove era presente la ditta Eternit che ha esposto ad inalazione di fibre di asbesto quasi tutti gli operai e quasi tutta la popolazione civile non tutti gli esposti hanno contratto malattie da asbesto e tumori da asbesto? Perché è capitato che non l’operaio esposto contraesse, comunque, una malattia asbestosica ma la moglie che nella propria abitazione ha provveduto a ripulire la tuta di lavoro del marito ha contratto addirittura un mesotelioma? Perché tra i soggetti ammalatisi di malattie asbestosiche – e questo vale per tutti i siti e non solo per l’Eternit di Casale Monferrato – alcuni contraggono solo placche pleuriche, altri asbestosi polmonare, altri ancora carcinoma polmonare oppure mesotelioma ed ancora pleurico, pericardico, della tunica vaginale del testicolo, carcinoma ovarico? [Ho scelto questo agente chimico perché causa tumore ad alta frazione eziologica – il mesotelioma – ed il ragionamento è più semplice e lineare]. Certamente alle domande di cui sopra, una risposta può essere data dagli studi di genetica effettuati, per esempio, per il mesotelioma che comprovano una sensibilità costituzionale. Ma in questo caso – pur poi consapevoli che gli studi di genetica non hanno riguardato tutti gli ammalati – resta un mistero il differente tropismo di organo dimostrato dall’agente (fibra di asbesto) in tessuti e cellule geneticamente omogenee.
Pertanto una ipotesi si può fare; ed è quella che unitamente a fattori causali (prescindendo dalla diversità dei fattori causali) possano intervenire, nella concatenazione molto molto complessa dei fenomeni biomolecolare dell’oncogenesi, anche fattori casuali che non escludono affatto l’intervento dei fenomeni causali.
A questo ultimo riguardo ho quindi affrontato la Teoria del Caso, la Teoria del Caos, la Teoria delle Catastrofi e la Meccanica Quantistica. E, considerando quindi queste diverse Teorie, ho ritenuto che il carattere casuale, probabilistico, incerto, indeterminato che proviene alla maggior parte dei fenomeni della natura, ed in prevalenza dei fenomeni biologici, se da un lato ammette che, soprattutto per dosi non massive di cancerogeno (sia esso di natura chimica, sia esso di ordine fisico), l’esposizione extralavorativa oppure lavorativa, non è seguita in modo ineluttabile dallo sviluppo di un tumore, dall’altra parte ci fa comprendere che non si tratta di Teorie che nel loro insieme oppure singolarmente esaminate, possano fare accettare la tesi, avanzata da qualche scienziato, che si è predisposti ad un tumore dalla nascita e che è solo questione di fortuna (tesi estrema), oppure che l’esposizione ambientale o professionale conta in misura minima e non determinante nella insorgenza di una neoplasia. Al binomio quindi Genoma – Esposoma aggiungerei un altro binomio Causa – Caso. Ed il secondo binomio non agisce in proprio. Anzi, per come lo enunciamo è del tutto in armonia con il primo binomio.
Al termine del Capitolo ho ritenuto di proporre un percorso delle studio del nesso causale per i tumori da U.V. e R.I., che è del tutto in armonia con la Medicina Legale Previdenziale della tradizionale Schola INAIL appresa dai miei Maestri, già citati nella dedica della presentazione del Quindicesimo Capitolo.
Dr. Carmelo Marmo
Specialista in Medicina Legale
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