Il Dr. Carmelo Marmo, nel nono capitolo del suo e-book dedicato alle malattie professionali, affronta la classificazione dei cancerogeni e dei processi lavorativi sui quali si sono svolti studi sulla cancerogenicità
Inizia con questo Capitolo la parte speciale della classificazione dei cancerogeni elencati per proprietà chimiche, meccanismo di azione, uso ed impiego con particolare riguardo alle esposizioni lavorative. Con lo spirito che mi sono proposto ho svolto una sintesi dei cancerogeni chimici, con esclusione delle radiazioni ionizzanti ed ultraviolette, degli agenti infettivi (cancerogeni) e dei farmaci antiblastici, che, se non si adottano misure di precauzione nella loro produzione nelle case farmaceutiche, nella preparazione ospedaliera nei reparti di oncologia, nella somministrazione ai pazienti, possono costituire un rischio cancerogeno per i lavoratori esposti. Al riguardo sono state predisposte Linee Guida anche dal Ministero della Salute. Per tutti questi agenti ho previsto, per una loro più accurata trattazione, specifici Capitoli successivi. Dicevo, appunto, che mi sono proposto di fare un elenco sintetico e fornendo bibliografia per chi è interessato, sia per motivi di studio che professionali, ad un maggiore approfondimento. Se tutto il settore delle malattie professionali, specialmente le tecnopatie non tabellate, le malattie correlate al lavoro (work related diseases), costituisce una materia molto complessa, scivolosa, dove, al termine di una loro definizione (o positiva o negativa), il più delle volte permangono più dubbi che certezze (ma qui si ricorda ancora una volta la Lezione Magistrale di Angelo Fiori che ha saggiamente ricordato “in dubio pro reo” ed “in dubio pro misero”), il campo dell’oncologia professionale costituisce senz’altro il capitolo più complesso della Medicina Legale Previdenziale. Per ogni cancerogeno sono riportati i tumori indotti. Vengono, quindi, qui elencate, ciascuna con le proprie voci bibliografiche, le diverse sostanze chimiche (agenti e miscele di agenti) e i processi lavorativi sui quali si sono svolti studi sulla cancerogenicità. É riportata tra parentesi, quando è presente, la classificazione IARC (International Agency for Research on Cancer) e la classificazione del 14 ° Report del National Toxicolgy Program (NTP – USA) del 2016 (l’ultima dell’ NTP – USA). Nel testo sono riportati gran parte degli studi delle monografie IARC e del supplemento 7 della IARC (già tradotto in versione italiana dalla casa editrice EDIESSE, Roma, 1989 a cura di F. CARNEVALE, E. MERLER, L. MILIGI, T. PANDOLFINI, A. SENIORI COSTANTINI) con notevoli integrazioni di più recenti ricerche provenienti dalla letteratura internazionale e quindi con incremento delle voci bibliografiche, con riferimento alla ultima classificazione IARC del Volume 100 e successivi (quella più attuale). Volutamente si sono citati studi ripresi dalla IARC più antichi, in quanto sempre suscettibili di essere meglio elaborati ma confermati nelle loro conclusioni. Le sostanze e i processi lavorativi qui riportati sono stati selezionati in base ai seguenti criteri: a) sono stati riportati, quasi in modo esclusivo, gli agenti, le miscele e i processi lavorativi per i quali è certa la cancerogenicità (gruppo 1 IARC) e gli agenti, miscele e processi lavorativi del gruppo 2A IARC per la quale è ritenuta probabile la cancerogenicità; b) le sostanze degli altri gruppi sono state limitate a poche voci, per motivi di brevità; c) è stata omessa generalmente, per ovvi motivi di brevità, parte della bibliografia citata dalla IARC; d) sono state talvolta raggruppate le sostanze principali nonché alcuni composti appartenenti alla stessa categoria secondo la classificazione della IARC; e) sono state riportate, nel modo più completo che mi è stato possibile, le normative sul loro uso, impiego e prevenzione. Nel corso del presente Capitolo, non ho potuto non insistere sul fatto che anche compito del Medici Legali e dei Medici del Lavoro è destare l’attenzione della classe politica al fenomeno dei tumori professionali, nell’ambito anche di una interpretazione più ampia del concetto di benessere di una Nazione non guardando solo all’andamento del PIL. Poiché mi rendo conto che posso essere tacciato di essere un utopista, ho inteso fare questa citazione, ricavata da quanto ho letto da poco in un interessante libro, i cui riferimenti sono riportati nel corso del Capitolo: “Ogni utopia, come è noto, racchiude in sé valenze negative e positive. Da un lato porta a credere come realizzabile una aspirazione esclusivamente ideale, aprendo la strada agli effetti negativi che ne conseguono; ma dall’altro utopia significa anche pensare ad una realtà che ancora non è, ma che potrebbe essere. Non sempre l’utopista, in questo caso, rimane accecato dalla sua delusione: egli può al contrario, nutrirsi di ideali che lo aiutano nel suo percorso”.Dr. Carmelo Marmo
Specialista in Medicina Legale e delle Assicurazioni
Nell’attesa di redigere la seconda parte della elencazione dei cancerogeni, che sarà pubblicata con il Decimo Capitolo, si rivolge a tutti i lettori un sincero augurio di uno speciale 2019. LEGGI IL NONO CAPITOLO Leggi anche: PRIMO CAPITOLO SECONDO CAPITOLO TERZO CAPITOLO QUARTO CAPITOLO (prima parte) QUARTO CAPITOLO (seconda parte) QUINTO CAPITOLO SESTO CAPITOLO SETTIMO CAPITOLO OTTAVO CAPITOLO